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NovitàPiante ed erbeLa lavanda selvatica: i fiori viola che colorano le nostre colline
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La lavanda selvatica: i fiori viola che colorano le nostre colline

La lavanda (Lavandula officinalis) è una pianta erbacea perenne che può raggiungere il metro d’altezza. È originaria delle regioni mediterranee ed è ampiamente diffusa anche in Sardegna. I fiori dal caratteristico colore azzurro-violaceo e tutte le parti aeree della pianta sono utilizzate per preparare olio essenziale o estratto secco.

La lavanda è una pianta tipica della vegetazione mediterranea; predilige un clima mite ed occupa in genere le macchie e le garighe dalle zone marine sino ai 600 metri sul livello del mare, confondendosi con il cisto, il mirto e il lentisco. E’ particolarmente frequente nelle aree percorse ciclicamente dal fuoco mentre scompare quando la vegetazione diventa evoluta. Si adatta egregiamente ai terreni silicei, trachite, graniti, scisti, basalti.

Lavanda, un nome antico

Il nome comune “lavanda” deriva dal latino del verbo “lavare”  per ricordare che era molto utilizzata nell’antichità, e nel Medioevo, per detergere il corpo; molto usata anche dai Greci e dai Romani, per il suo profumo e come aromatizzante nei loro “bagni”. “Buréddha” è il nome in gallurese della lavanda, deriva dal latino “(com) bùrere” ovvero bruciare, poiché la pianta veniva utilizzata per bruciare le setole del maiale da ingrasso alla sua uccisione.

Caratteristiche della pianta

Pianta suffrutice [per pianta suffruticosa si intende una piccola pianta perenne, legnosa con rami erbacei fino alla base, alta al massimo mezzo metro], alta 30-60 cm., densamente ramosa, con forte odore aromatico.

La radice è legnosa, serpeggiante, fibrosa. Il fusto rigido e ramoso è legnoso inferiormente, con rami tetragoni. La corteccia di colore bruno-rossastra, con screpolature. Le foglie dentate sono opposte oblungo-lineari, intere con margine increspato rivolto verso il basso, appaiono di un tenue colore verde-grigiastro o verde cinereo tomentoso sulle due pagine.

I fiori sono piccoli di un bruno porporino, riuniti in spighe terminali ovoidi lunghe 20-35 mm, coronate da grandi brattee sterili, di solito di colore violetto; hanno un piccolo calice gamosepalo, di colore blu scuro, terminante in 4 denti triangolari più uno che forma un’appendice pelosa. I frutti sono degli acheni brunastri leggermente iridescenti.

Gli usi della lavanda

Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La conoscenza e l’uso erboristico di questa specie è conosciuto fin dall’antichità, essendo citata nel “De Materia Medica” di Dioscoride (65 d.C.).

In alcune zone della Sardegna, la lavanda, pestata fresca in olio d’oliva veniva utilizzata come cicatrizzante e anche contro il morso degli insetti. La lavanda è molto utilizzata a livello industriale per la profumazione di saponi e di altri prodotti cosmetici.

In alcuni paesi, rametti di lavanda selvatica venivano associati alla palma ed all’ulivo nella benedizione della Domenica delle Palme (a Portoscuso, dove si credeva che la Madonna avesse steso i panni di Gesù su tali piante). A Dorgali la pianta la notte di S. Giovanni Battista, veniva posta negli ovili, come una “leia”, per proteggere dal malocchio gli animali.

La lavanda per usi medicamentosi

Le preparazioni di lavanda, usate con cautela, sono utili per attenuare i crampi intestinali, gli attacchi d’asma, i mal di testa, come calmanti degli stati d’ansia, come cicatrizzanti.

Il miele di lavanda

Pianta mellifera, si presta ad essere inserita nei giardini mediterranei assieme ad altre essenze della macchia e delle garighe. Tutte le specie di lavanda comuni in Europa, nonché gli ibridi coltivati, possono produrre mieli mono-flora. Le caratteristiche di questi mieli sono diverse a seconda dell’origine. Il miele di L. stoechas è l’unico miele di lavanda che si possa ottenere in Italia in quantità cospicue. Viene prodotto soprattutto in Sardegna e, occasionalmente, in altre zone tirreniche, come l’isola d’Elba.

FONTE: Sardegna Foreste

FOTO: GRANDISIDE in Juzaphoto

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